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Articoli su Anestesia, Analgesia e Rianimazione
 
 
   
 
Tuesday, January 15, 2002
 
Cosa è l’anestesia

La parola deriva dal greco “anaistesia” e significa, alla lettera “insensibilità”.

Vuole cioè indicare uno stato di insensibilità al dolore ed allo stress emotivo che a questo si associa.

I primi farmaci utilizzati per eliminare il dolore furono l’oppio, l’alcool e .... la botta in testa (ricordate nei film western?), ma causavano molti inconvenienti. vedi storia dell’anestesia

Nel 1779 venne utilizzato per la prima volta il protossido d’azoto (chiamato “gas esilerante” perchè causava euforia), piu’ pratico ad efficace ma poco potente. Solo nel 1846 venne introdotto nella pratica clinica l’etere che consentiva di ottenere una anestesia completa, con insensibilità al dolore (analgesia) e perdita di coscenza (ipnosi), quest’ultima necessaria per eliminare lo stress che l’atto operatorio comporta e il ricordo di quello sgradevole momento.

Esistono due tipi di anestesia quella locale e quella generale.

L’anestesia locale è caratterizzata dal fatto che abolisce la sensibilità solo di una parte del corpo e che il paziente rimane sveglio.

L’anestesia generale è caratterizzata dalla perdita di coscienza e di sensibilità dell’intero organismo. Si ottiene con gli anestetici generali che somministrati per via inalatoria o iniettati direttamente in venaraggiungono il cerfvello e bloccano i centri nervosi.

La scelta dell’anestetico da usare viene fatta caso per caso. Il principio generale è di assicurare al paziente il massimo confort e al chirurgo le migliori condizioni di lavoro. La decisione viene presa dopo che l’anestesista ha visitato il paziente (visita anestesiologica) per accertarsi delle sue condizioni generali, dello stato psichico, della funzionalità di alcuni organi ed apparati, ne ha esaminato la cartella clinuca ed ha discusso insime al chirurgo l’intevento da eseguire ( sede, durata presumibile, particolari esigenze etc.)



L'ANESTESIA GENERALE


È attualmente il tipo di anestesia più largamente utilizzata. Si usa in quegli interventi che richiedono incoscienza del paziente, lunga durata, rilasciamento muscolare prolungato e per i quali è impossibile usare l'anestesia locale.
Durante l’anestesia generale tutto il corpo è paralizzato, il cervello è profondamente addormentato ed il paziente non sente nulla e non ricorda nulla dell'operazione.

Prima dell’inizio dell’anestesia viene incannulata una vena di solito quella del braccio (reperimento di un accesso venoso) con aghi che possono avere diametri diversi e viene iniziata la somministrazione di liquidi per bilanciare il digiuno imposto dalla notte prima dell’intervento chirurgico.

L'anestesia generale può essere somministrata mediante iniezioni endovenose ANESTESIA GENERALE INALATORIA oppure somminisrando, attraverso un tubo messo nella trachea, anestetici gassosi sotto forma di vapore ANESTESIA GENERALE INALATORIA oppure usando entrambe le vie ANESTESIA GENERALE BILANCIATA.

Dopo che l'anestesia è stata avviata mediante un ipnotico potente che addormenta rapidamente ed in modo piacevole il paziente, viene somministrato costantemente un vapore anestetico o un farmaco endovenoso mediante speciali pompe infusionali in maniera da tenere il paziente adeguatamente anestetizzato per tutto l'intervento chirurgico. La respirazione viene controllata da una macchina automatica sofisticata (il respiratore automatico) attraverso un tubo sistemato nella trachea. Questo tubo viene tolto quando il paziente si sta risvegliando dall’anestesia. L’anestesista durante tutto l’intervento chirurgico controlla tutti i parametri vitali del paziente (batito cardiaco, pressione arteriosa, ritmo cardiaco, temperatura corporea, ossigenazione, parametri respiratori), somminista i farmaci dell’anestesia e altre medicine utili per correggere le eventuali modificazioni dei parametri monitorizzati, i liquidi ed eventualmete decide se trasfondere o meno il paziente.
Finita l'operazione chirurgica il paziente viene osservato fino al recupero completo dello stato di coscienza, prima di essere inviato a letto. Durante questa fase vi sarà somministrato ossigeno attraverso una mascherina e, se necessario, i farmaci o liquidi per preservarvi da qualsiasi complicanza. Questo periodo può durare in casi rari e per alcuni interventi anche alcune ore e può comprendere anche una fase di confusione prima della completa normalizzazione. Per alcuni interventi chirurgici maggiori può essere programmato che il paziente venga inviato alla fine dell’itervento per un periodo variabile di tempo in terapia intensiva.

Una volta sveglio il paziente proverebbe dolore nella zona operata se l’anestesista non avesse impostato una adeguata terapia antidolorifica. In alcuni casi è possibile percepire un modesto fastidio alla gola ed a volta nausea o vomito.




L'ANESTESIA LOCO-REGIONALE


Molti pazienti anche se consapevoli della sicurezza dell'anestesia generale rimangono spaventati dalle notizie distorte che appaiono, a volte, su giornali ed in televisione, relative a qualche incidente attribuibile all'anestesia. La paura di sottoporsi all'anestesia generale, di dormire e rimanere in un stato d'incoscienza non è la sola ragione perché l'anestesia loco-regionale ha avuto un' incremento. Lo sviluppo di tecnologie raffinate, di farmaci anestetici locali più sicuri e la conoscenza approfondita del funzionamento dell'anestesia loco-regionale ha accresciuto l'interesse dei medici per queste tecniche.
Con l'anestesia regionale solo una regione specifica del corpo è anestetizzata: il dolore proveniente da essa viene bloccato e non arriva al cervello. Questo viene fatto iniettando l'anestetico direttamente vicino ad i nervi che portano la sensibilità alla zona sottoposta all'intervento. Ad esempio se si deve operare la mano vengono anestetizzati solo i nervi del braccio.
Ci sono alcuni vantaggi nell'anestesia loco-regionale. Questi sono l'eliminazione del dolore senza la perdita della coscienza, minori effetti collaterali come dopo l'anestesia generale (gola dolente, nausea, vomito e disorientamento).
Essere cosciente può essere vantaggioso ad esempio durante l'esperienza del parto cesareo o quando il paziente ha paura di addormentarsi e subire l'anestesia generale. Dopo l'intervento chirurgico in anestesia loco-regionale il sollievo dal dolore può durare qualche ora senza bisogno di altri farmaci. L'anestesia loco-regionale può essere scelta per diversi tipi di operazioni e per alcune specifiche zone del corpo.
Comunque bisogna essere consapevoli del fatto che le complicanze potenziali dell'anestesia loco-regionale, anche se minori e rare, possono essere altrettanto gravi di quelle da anestesia generale, come in altre terapie mediche


Anestesia subaracnoidea


Detta anche anestesia spinale, è un tipo di anestesia regionale che viene eseguita iniettando una piccola dose di anestetico dentro lo spazio subaracnoideo dove c'è il liquido che circonda il midollo spinale ed i suoi nervi. In pratica gli impulsi dolorosi provenienti dai nervi vengono bloccati prima che raggiungano il cervello ed paziente può essere operato tranquillamente. Quando l'intervento è terminato e l'anestetico comincia ad esaurirsi il paziente riprende i movimenti, la sensibilità e più tardi le sensazioni dolorose. Fino a qualche anno fa circa il 5% dei pazienti sottoposti ad anestesia subaracnoidea aveva mal di testa dopo l'intervento. Attualmente, con l'uso di aghi sottilissimi speciali, gli aghi di Whitacre, il mal di testa è quasi scomparso. L'anestesia subaracnoidea ha un'azione immediata ed una durata anche fino a tre ore; è sicura ed è indicata per operazioni specialmente sul basso addome e degli arti inferiori. Per gli interventi sull'arto inferiore, con la cosiddetta anestesia subaracnoidea selettiva, addirittura si può anestetizzare solo l'arto da operare.





Anestesia peridurale
E' un tipo di anestesia simile all'anestesia spinale tranne per il fatto che gli anestetici vengono iniettati fuori lo spazio subaracnoideo nello spazio epidurale. Non è dolorosa in quanto viene preceduta da una piccolola anestesia locale nella sede di puntura lombare o toracica. Rispetto alla anestesia spinale permette la esecuzione di interventi anche molto lunghi in quanto la somministrazione di farmaci può essere ripetuta nel tempo senza dovere ricorrere ad ulteriori punture . Ha il vantaggio che l'anestetico può essere dosato, volta per volta, secondo il bisogno e la durata dell'intervento, mediante un sottilissimo tubicino di plastica (cateterino) sistemato nella sede della puntura. Si chiama anestesia peridurale continua perché la somministrazione di anestetici non viene interrotta. Infatti il tubicino, dopo l'intervento, permette all'anestesista di dare ancora farmaci per combattere il dolore dovuto alla ferita e di provvedere al massimo comfort per il malato. Spesso nel periodo postoperatorio al cateterino viene collegato un piccolo apparecchio portatile della grandezza di un walkman detto pompa che provvede alla somministrazione di una quantità prestabilita di farmaco
È il metodo di scelta per il parto indolore: ma in questo caso si parla di analgesia e non di anestesia. Le pazienti infatti devono poter mantenere il movimento e quindi la forza muscolare indispensabile nella fase espulsiva del parto.





Blocchi nervosi periferici
È un tipo di anestesia loco-regionale usato comunemente per gl'interventi chirurgici del braccio, dell'avambraccio, della mano, della coscia, della gamba e del piede. L'anestetico locale viene iniettato direttamente intorno al nervo che porta la sensibilità alla zona da operare Spesso per individuare esattamente il nervo dove iniettare l’anestetico locale viene usato un piccolo apparecchio detto elettrostimolatore che viene connesso all’ago ed inviando della piccolissime scosse elettriche determina il movimento dei muscoli innervati, .




 
Storia dell'Anestesia

Da sempre l'uomo ha cercato di far fronte al dolore causato da un qualsiasi intervento sul suo corpo, peccato che le prime anestesie propriamente dette venissero utilizzate solo in epoca recente: "gas esilerante" (dal 1789), morfina (1805) e cloroformio dal 1831. L'erudito romano Celso affermava che il chirurgo ideale devesse essere "... coraggioso ... ed agire in fretta ...". Ancora nel 1800 si apprezzavano i chirurghi rapidi, un virtuoso in questo senso fu Dominique-Jean Larrey che durante la battaglia di Borodino in Russia, al servizio delle truppe napoleoniche, effettuò duecento amputazioni in ventiquattro ore (circa una ogni sette minuti). Gli antichi Egizi già sapevano che il freddo inibisce la circolazione sanguigna, ma per l'anestesia generale adottarono tecniche alquanto rudimentali: lo strangolamento fino alla perdita dei sensi e la "botta in testa". Oltre ai metodi fisici anche in tempi antichi venivano usati l'oppio, l'hashish o l'alcool; l'oppio ad esempio è documentato fin dal 3500 a.C. presso i Sumeri che lo impiegavano per alleviare il mal di denti.

La chiesa purtroppo dopo la caduta dello Impero Romano mise al bando ogni pratica anti-dolorifica. I monaci di Montecassino nel IX secolo avevano però una ricetta per fare una spongia somnifera (spugna soporifera) che si aspirava una volta aperta. Sicuramente curioso risulta il metodo dei marinai del XVI secolo, introducevano grossi sigari nel retto prima di sottoporsi ad intervento chirurgico (massiccio assorbimento di nicotina che causa shock). Il noto alchimista svizzero Paracelso (presente anche a Ferrara), già nel 1540 era riuscito ad addormentare delle galline con l'etere, per l'uomo si dovette invece attendere il 1846.

Quando Horace Wells, dentista, nel 1844 utilizzò come anestetico il cloroformio venne deriso, e pensare che si usa ancora oggi nelle sale operatorie.

Per concludere, nel 1848 a Edimburgo per il primo parto indolore venne usato il cloroformio e la bambina che nacque altro non poteva chiamarsi se non Anestesia!

 

 
   
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